Garantito al limone

Garantito al Limone, locuzione molto utilizzata nella Palermo degli anni settanta/ottanta per indicare una cosa sicura, di cui ci si poteva fidare al 100%, celebra il sentimento dell’amicizia. Lo fa ripercorrendo la vita di Filippo che, insieme ai suoi amici, ne fu attore e spettatore. Tutti figli di una borghesia e di un’aristocrazia palermitana che visse in strada una gioventù felice, spensierata, e molte volte sopra le righe.

 

Sotto i loro occhi videro una mafia cambiar pelle con l’avvento dei corleonesi, un’aristocrazia indebolirsi, giorno dopo giorno, e una classe imprenditoriale e politica spesso in balia dei mutamenti.

 

Alcuni si persero, altri si realizzarono e tutti rimasero legati da un sentimento che andò oltre; oltre le estrazioni sociali, oltre i ruoli, oltre il tempo ed oltre quello che la vita gli riservò.

 

L’eredità che quella generazione ci lasciò fu di grandi valori: il rispetto, l’altruismo, la parola data.

 

Erano tutti valori, quelli in cui credevano, “garantiti al limone”, come lo fu la loro amicizia.

 

A noi, figli di quella classe nata nel dopo guerra, rimangono i loro racconti, così distanti dal nostro mondo, narrazioni quasi epiche, forse alle volte romanzate come fu la loro vita.

 

Ragazzi che si credettero invincibili, vissero una gioventù al di sopra delle regole, studiarono poco e vissero tanto.

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  • 978-88-31223-37-9
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Garantito al Limone, locuzione molto utilizzata nella Palermo degli anni settanta/ottanta per indicare una cosa sicura, di cui ci si poteva fidare al 100%, celebra il sentimento dell’amicizia. Lo fa ripercorrendo la vita di Filippo che, insieme ai suoi amici, ne fu attore e spettatore. Tutti figli di una borghesia e di un’aristocrazia palermitana che visse in strada una gioventù felice, spensierata, e molte volte sopra le righe.

Sotto i loro occhi videro una mafia cambiar pelle con l’avvento dei corleonesi, un’aristocrazia indebolirsi, giorno dopo giorno, e una classe imprenditoriale e politica spesso in balia dei mutamenti.

Alcuni si persero, altri si realizzarono e tutti rimasero legati da un sentimento che andò oltre; oltre le estrazioni sociali, oltre i ruoli, oltre il tempo ed oltre quello che la vita gli riservò.

L’eredità che quella generazione ci lasciò fu di grandi valori: il rispetto, l’altruismo, la parola data.

Erano tutti valori, quelli in cui credevano, “garantiti al limone”, come lo fu la loro amicizia.

A noi, figli di quella classe nata nel dopo guerra, rimangono i loro racconti, così distanti dal nostro mondo, narrazioni quasi epiche, forse alle volte romanzate come fu la loro vita.

Ragazzi che si credettero invincibili, vissero una gioventù al di sopra delle regole, studiarono poco e vissero tanto.

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